Conferenza Le profezie dell’Apocalisse
mercoledì 26 giugno, ore 21:00
Ultimo dei Libri raccolti nella Bibbia, l’Apocalisse descrive le visioni che l’Evangelista Giovanni ebbe sulla fine dell’attuale ciclo evolutivo dell’umanità, fine che, secondo la sua nota affermazione “e vidi un nuovo cielo e una nuova terra” (Ap. 21:1), risulta coincidere con un nuovo inizio.
Il termine greco “apocalisse”, che rimanda alla “rivelazione” riguardante appunto gli eventi conclusivi del mondo, stabilisce un implicito richiamo con il termine ebraico Kabalá, che si riferisce all’altra rivelazione, ossia quella “ricevuta” da Mosè e da lui narrata nella Genesi. Il Principio nel quale Mosè vede creare “i cieli e la terra”, intesi come dimensioni dell’Uomo metafisico, si manifesta a compimento dello stesso atto creativo in Colui che dice di Sé stesso: “Io sono l’Alfa e l’Omega, il Principio e la Fine” (Ap. 21:5).
Non diversamente da Mosè che nasconde le verità divine in un linguaggio prettamente ermetico, San Giovanni ricorre ad uno stile che, per la ricchezza di simboli, viene definito “oscuro” da tutti i commentatori. La difficoltà a penetrare il messaggio apocalittico è dovuta a motivazioni che Tommaso Palamidessi affronta a chiare lettere nel Quarto Quaderno della collana archeosofica. In questo testo l’Autore riporta l’ordine in cui andrebbero letti i quattro Vangeli tenendo conto della corrispondenza simbolica con i quattro Animali di Santità che, associati agli Evangelisti, si ritrovano anche nella visione giovannea del Trono enunciata in Ap. 4.
L’ordine di lettura non cronologico ma simbolico, tiene conto delle diverse condizioni evolutive individuali, che dall’uomo e la donna di tipo 1, corrispondenti al Vangelo di Luca, vanno fino all’uomo e la donna di tipo 4, più aperti al divino e, quindi, ricettivi nei confronti del Vangelo di Giovanni. “L’Apocalisse è la rivelazione-limite esprimibile con parole. Essa è rivelata in simboli e immagini nel modo più adatto per essere questi percepiti dal centro emotivo superiore, ma è ovvio che, essendo le percezioni del centro intellettuale superiore di un ordine trascendentale, il linguaggio umano non può capire i messaggi di questo piano della coscienza. L’Apocalisse potrà essere letta con utilità quando il lettore passerà dallo stato evolutivo 4 a quello 5”. (Tommaso Palamidessi, Introduzione ai Misteri Minori e Maggiori).
Tenendo conto di queste indicazioni, l’incontro dal titolo “Le profezie dell’Apocalisse” presenterà un’introduzione al ricco simbolismo con cui San Giovanni ha dato corpo ad un’esperienza realmente vissuta con la sua coscienza e incomunicabile a chi, per dirla con Dante “non s’impenna finché lassù voli” (Par. X, 74).
La conferenza a cura di Sara Castrini, in programma per Mercoledì 26 Giugno alle ore 21 in Piazza Ungheria 6 interno 3, chiude il ciclo dedicato alle arti divinatorie che ha scandito ogni Mercoledì di questa bella stagione di attività insieme. L’ingresso, come sempre, è libero.