Conferenza: La Resurrezione
martedì 2 aprile, ore 19:30
L’evento della Risurrezione di Cristo narrato dai Vangeli è così misterioso, da essere stato sempre rappresentato in maniera indiretta nell’arte orientale.
Nei primi secoli del Cristianesimo tale evento fu rappresentato iconograficamente con l’immagine delle donne mirrofore di fronte al sepolcro vuoto, episodio narrato nei Vangeli sinottici. Dall’ VIII secolo, si iniziò a dipingere anche l’evento della discesa agli Inferi di Cristo il sabato santo per liberare i Giusti dell’Antico Testamento dal laccio della morte, vincere il Maligno e redimere il genere umano; le due sole icone della Festa di Pasqua presenti in Oriente.
Nei Vangeli la discesa agli inferi viene ricordata da Paolo per il quale Cristo con la sua morte è sceso nell’abisso (Rm 10, 7), da cui è risalito nella risurrezione. Sempre Paolo si riferisce alla stessa discesa anche in un altro passo (Ef 4,8-10), dove afferma che Cristo era “disceso nelle parti inferiori della terra“. L’Apostolo Pietro ricorda che da Cristo verranno giudicati “i vivi e i morti“.
È stata annunziata la buona novella anche ai morti, perché pur avendo subito, perdendo la vita del corpo, la condanna comune a tutti gli uomini, vivano secondo Dio nello spirito. (Pt 1, 4,6)
Secondo il Vangelo apocrifo di Nicodemo, Cristo abbatte le porte dell’inferno per liberare i patriarchi, i profeti, i giusti dell’Antico Testamento e anche del Nuovo, come Simeone e Giovanni Battista. Solo nell’arte occidentale si hanno dipinti che rappresentano l’uscita di Cristo dal sepolcro.
Una delle più belle Anastasis, come viene chiamata la Discesa agli inferi, si trova ad Istanbul nella chiesa di Chora ed è un affresco dell’iconografia bizantina dipinto tra il 1320 e il 1321. Cristo, al centro in una mandorla bianca, libera dall’inferno Adamo ed Eva. Indossa una veste bianca e, mentre il viso e lo sguardo sono frontali, le gambe hanno una posizione che indica il movimento fatto per tirare fuori dalle tombe i progenitori. Sotto i suoi piedi le porte dell’inferno sono a terra scardinate e Satana è raffigurato legato. Cristo ha afferrato ai polsi Adamo ed Eva e li riporta all’esistenza di figli di Dio. A sinistra, dietro Adamo si trovano i Giusti dell’Antico Testamento, fra cui si riconosce San Giovanni Battista che ha preceduto Cristo agli inferi. A destra, dietro Eva vi è Abele ed un gruppo di profeti.
Questo tipo di icona ha avuto numerose riproduzioni, come pure sono state dipinte molte icone che rappresentano le donne al sepolcro che parlano con l’Angelo, tra le donne vi è Maria di Magdala alla quale Cristo indica che dovrà salire alla casa del Padre. La Maddalena viene rappresentata come testimone della Risurrezione nella famosa icona del “Noli mi tangere” dipinta nel XVI sec. a Creta.
Nel corso dell’incontro di martedì 2 aprile, parleremo con Lucia Fortunati e Sandra Beronesi della composizione, dei simboli e delle diverse immagini partendo dalle icone della Passione fino a questi due modelli di rappresentazione della Risurrezione di Cristo. Appuntamento presso i locali di Piazza Ungheria numero 6, interno 3. L’ingresso è libero.