Il Nilo a Roma: passeggiate orientali sulle sponde del Tevere
Esiste un misterioso legame che unisce la Città eterna con l’Egitto e la sua antica Sapienza.
Lo testimoniano le due statue del Tevere e del Nilo che troneggiano in piazza del Campidoglio, ai piedi del Palazzo senatorio, dove simbolicamente congiungono le loro acque. E proprio nell’atto di stringersi la mano in segno di Concordia (dextra iunctio) questi due fiumi sono raffigurati sul rovescio di un’antica moneta romana dell’epoca dell’imperatore Antonino Pio (138-161 d.C.).
Alla Sapienza egizia fa riferimento un’epigrafe alla base dell’obelisco di piazza della Minerva a Roma: “Chiunque tu sia che vedi nell’obelisco le figure scolpite del sapiente Egitto trasportate dall’elefante, il più forte degli animali, sappi che è prova di robusta mente sostenere la solida Sapienza”. Singolare per essere l’ammonimento di un papa, Alessandro VII Chigi, il quale aveva affidato il recupero di questo prezioso obelisco ritrovato nei giardini di Santa Maria sopra Minerva ad Athanasius Kircher, studioso poliedrico di origine tedesca (padre gesuita, filosofo, storico, museologo e molto altro; XVII sec.) che è stato considerato il più famoso “decifratore” di geroglifici e un egittologo ante litteram.
Per capire meglio di cosa si tratta, per iniziare a riconoscere gli “indicatori” di questa antica Sapienza abbiamo organizzato un viaggio in due puntate, due tappe di uno stesso percorso nella città e nel nostro passato, da affrontare come attenti “decifratori” di simboli, con curiosità, intuito e il giusto spirito di avventura. Grazie agli studi dell’Associazione Archeosofica dedicati alla Sapienza egizia, nel corso dei due appuntamenti vi verranno fornite alcune chiavi di lettura e i primi strumenti interpretativi per iniziare a sfogliare insieme il più antico “libro” della Storia dell’Umanità.
Egitto a Roma
21 aprile ore 10-13
Insieme percorreremo le vie del Campo Marzio – tra via di Piè di marmo, via S. Stefano del Cacco, piazza della Minerva – indagheremo il significato di curiosi toponimi, scopriremo le tracce del culto solare egiziano, andando alla ricerca delle vestigia del più importante tempio di Iside dell’antica Roma. È proprio Iside, nella visione descritta da Apuleio (originario di Madaura, filosofo, medico e mago, iniziato ai misteri di Iside che visse a Roma all’epoca di Silla) nelle sue Metamorfosi, che ci guida verso quell’antica Sapienza: “Eccomi, son qui, commossa dalle tue preghiere, io, genitrice delle cose della natura, signora degli elementi, progenie iniziale dei secoli, la più potente tra i numi … io il cui unico nume sotto aspetti multiformi con svariati riti e diversi nomi è venerato in tutto il mondo. … e quelli che sono illuminati dai primi raggi del dio Sole uscente, gli Etiopi e gli Ari e gli Egizi in possesso di un’antica dottrina mi chiamano col mio vero nome di Iside regina.”
A Lei dunque ci rivolgeremo perché guidi i nostri passi attenti e ci sveli il suo mistero.
Gli Obelischi di Roma
5 maggio ore 10-13
Roma, nella sua eccezionale bellezza, detiene un singolare primato. È la città che possiede più obelischi al mondo – oggi in tutto 13 ma, secondo lo storico seicentesco Mercati, ve ne furono addirittura 44 – dichiarandosi ancora una volta erede prescelta dell’antica civiltà dei Faraoni. Gli obelischi, che gli Egizi chiamarono Tekenu e definirono “raggi di Sole pietrificati”, sono luminosa espressione del culto solare che pervade ogni espressione religiosa dell’antico Egitto: monumenti eretti al dio Sole/Ra, simboleggiano la Sua luce che scende sulla terra per illuminare gli uomini. E proprio per rifletterne appieno la luce erano spesso rivestiti d’oro svafillante. Le 4 facce oblique, quasi piramidi in miniatura, rappresentano infatti i Suoi raggi che dal vertice del cielo scendono sulla terra. Ne parleremo lungo un interessante percorso nel cuore di Roma e nei meandri del tempo e della storia dell’Umanità.